Informatica visuale e ad alta intensità di dati
Il Settore Informatica Visuale e ad Alta Intensità di Dati (Visual and Data-intensive Computing – ViDiC) si dedica alla ricerca, sviluppo e applicazione di soluzioni innovative e scalabili per acquisire, creare, elaborare, distribuire, esplorare e analizzare insiemi di dati complessi e/o massivi provenienti da simulazioni o da misurazioni di fenomeni, oggetti, ambienti o processi reali.
In particolare, ci concentriamo, a livello metodologico, sulle seguenti tematiche.
Principali parole chiave: big data, automazione e orchestrazione, workflows, riproducibilità, calcolo ad alte prestazioni e calcolo distribuito.
Principali parole chiave: modellistica matematica, simulazione numerica, machine learning, physics-informed networks, demand & response.
Principali parole chiave: Findability - Accessibility - Interoperability - Reusability (FAIR), standardizzazione, modellazione semantica, integrazione e gestione dati, tracciabilità e provenance.
Vedi anche [VIC].
Sebbene il nostro lavoro sia trasversale a molti ambiti applicativi, siamo particolarmente attivi nei campi della biomedicina, della medicina di precisione e dell’informatica clinica, incluse la patologia digitale e computazionale, le biobanche digitali, la genomica e la modellazione in silico di fenomeni chimico-fisici e biologici a livello molecolare e cellulare per applicazioni mediche e farmacologiche. Siamo anche molto attivi nell’informatica urbana e nelle scienze del patrimonio culturale, in particolare nella ricostruzione intelligente di ambienti strutturati, forme e materiali e nell’esplorazione interattiva di modelli complessi e annotati, nei campi dell’imaging e della geofisica computazionale, e nell’ambito dell’energia e dell’ambiente, con un focus su meteo-climatologia e sulla previsione e controllo di produzione e consumo elettrico nell’ottica della transizione energetica. Le attività si svolgono principalmente nell’ambito di collaborazioni con partner, tra cui organizzazioni internazionali, industrie, università, centri di ricerca, IRCCS, musei e altre istituzioni culturali, con particolare attenzione agli impatti di interesse pubblico e alla diffusione delle conoscenze, anche attraverso lo sviluppo di standard e buone pratiche.


