Il CRS4 è impegnato nello sviluppo tecnologico e nella progettazione interattiva della Casa Museo Salvatore Cambosu di Orotelli, dedicata al grande scrittore e giornalista nato nel 1895 e scomparso nel 1962, autore di opere come Miele amaro e Il Supramonte di Orgosolo, considerate tra le più importanti testimonianze della letteratura sarda del Novecento. Il progetto, frutto della collaborazione tra la Fondazione Cambosu, la Provincia di Nuoro, il Comune di Orotelli, la Pro Loco e il CRS4, unisce ricerca, cultura e innovazione per trasformare gli spazi originali della casa natale dell’autore in un’esperienza immersiva e partecipativa.
Il lavoro di ricerca e sviluppo, realizzato dai ricercatori Samuel Iacolina, dalle tecnologhe Manuela Angioni e Francesca Mura, Valentina Marotto, e dal tecnologo Piergiorgio Palla, comprende studi sull’architettura degli spazi, sull’interaction design e l’implementazione di applicazioni interattive dotate di sensori integrati negli arredi e negli oggetti. Questi mantengono la loro funzione originaria, ma diventano parte attiva di un percorso narrativo che consente ai visitatori di interagire con l’ambiente e di scoprire aspetti della vita e del pensiero di Cambosu. Tutti gli ambienti della casa sono resi interattivi: nella camera da letto proiezioni dinamiche sul letto evocano i momenti quotidiani dello scrittore; l’armadio diventa un supporto multimediale su cui vengono proiettati filmati e testimonianze di Cambosu nelle sue vesti di giornalista, insegnante e scrittore; lo studio, con la macchina da scrivere e gli oggetti originali, si anima quando il visitatore esercita una pressione su di essi, attivando sensori che proiettano immagini e frammenti narrativi sugli arredi circostanti.
Non si tratta di un semplice museo multimediale, ma di un’esperienza sensoriale che integra oggetti autentici, sensori fisici e narrazione digitale: un approccio che rende la Casa Museo Salvatore Cambosu un caso raro nel panorama europeo dei musei letterari, dove la tecnologia amplifica l’autenticità dell’ambiente anziché sostituirla, creando un dialogo diretto tra memoria e innovazione.
Tra le installazioni più originali vi è una parete interattiva pensata per coinvolgere il pubblico dei più giovani: l’applicazione consente ai bambini di creare brevi sequenze narrative ispirate ai racconti di Cambosu, trascinando e ordinando elementi grafici su una superficie interattiva; al termine del gioco, la sequenza si trasforma in un breve video animato che racconta la storia appena composta.
Una delle relazioni più significative della carriera di Salvatore Cambosu è rappresentata dal rapporto con Maria Lai, che fu sua allieva al Regio Istituto Magistrale “Eleonora d’Arborea” di Cagliari. Il dialogo tra i due – fatto di stima e reciproca influenza – contribuì a formare la sensibilità artistica di Lai, che trova proprio nelle parole e nel pensiero di Cambosu l’ispirazione per molte delle sue opere dedicate alla memoria e al racconto del territorio. Questo legame è evocato nel percorso museale attraverso un’installazione che consente di esplorare le affinità e i legami artistici tra i due protagonisti della cultura sarda.
I video proiettati e integrati nel percorso sono curati dal regista Francesco Casu, che ha collaborato alla realizzazione dei contenuti visivi e narrativi del museo.
L’inaugurazione ufficiale della Casa Museo Salvatore Cambosu è prevista per il 2026, ma la settimana scorsa, in occasione dell’edizione 2025 di Autunno in Barbagia, si è tenuta un’anteprima che ha permesso al pubblico di visitare in parte gli ambienti rinnovati e di sperimentare alcune delle installazioni interattive già attive, ricevendo grande interesse e apprezzamento da parte dei visitatori.
Il progetto restituisce così un luogo capace di far dialogare letteratura, memoria e innovazione, dove la tecnologia diventa linguaggio per raccontare la Sardegna di Salvatore Cambosu e le sue radici culturali in modo accessibile, emozionante e contemporaneo.